E’ un sintomo , non una patologia, e può essere dovuto a svariate cause. Se intenso e frequente può diventare un disturbo severo fino ad alterare la qualità di vita del paziente (es. disturbi del sonno). Le cause possono dunque essere diverse e non sempre il problema è di facile e rapida risoluzione. In condizioni normali nell’area perianale si trovano solo batteri commensali della cute, ma in condizioni di contaminazione fecale perdurante come si verifica nella scarsa igiene intima o quando c’è una anche modesta debolezza sfinteriale i batteri fecali presenti possono produrre metaboliti come la neuramidasi che sono tra i più potenti irritanti della cute. Ecco così che fra le prime cause di prurito anale bisogna ricercare le contaminazioni fecali per insufficiente igiene intima o per soiling (perdite involontarie di muco misto a materiale fecale), diarrea .
Ma anche l’eccessiva sudorazione o le perdite di muco (ano umido)o di pus possono causare macerazione ed escoriazioni della pelle perianale inducendo il paziente a grattarsi e creando così un circolo vizioso con ulteriori lesioni da trattamento. Ne sono responsabili un gran numero di cause quali fistole, prolasso mucoso e/o emorroidario, ragadi, condilomi, ulcere solitarie, carcinomi. Altre patologie da ricercare con le prime indagini sono quelle da contagio: i parassiti intestinali, le micosi, le malattie infettive trasmesse con i contatti sessuali ( condilomi HPV, herpes) .
Una indagine sulle infestazioni da parassiti intestinali è fra le prime ad essere attuate e prevede l’esame parassitologico delle feci e l’esame del tampone della cute perianale per dimostrare la presenza di uova.
Da non trascurare il capitolo delle dermatiti, da quelle da contatto ( uso e abuso di creme anestetiche, antiemorroidarie, antibiotiche , indumenti es. nylon, etc) a quelle che sono espressione di una localizzazione di malattie che possono essere diffuse ad altri settori cutanei quali gli eczemi, la psoriasi, il lichen planus. Qualche volta il prurito anale può accompagnare malattie metaboliche come il diabete mellito, o l’ittero ostruttivo, o i disordini mieloproliferativi. Infine, quando tutte ma proprio tutte le indagini sono state espletate , in un discreto numero di pazienti la causa del prurito resta inspiegabile : si tratta del prurito idiopatico, il più difficile da trattare. L’anamnesi, dato il gran numero di cause, deve essere accurata. Un esame clinico generale servirà ad escludere o meno le malattie mediche metaboliche o le malattie della pelle. Una ispezione dell’ano può cogliere umidità e soiling, macerazioni ed escoriazioni, prolassi ed escoriazioni perianali. Uno sfintere beante è espressione di prolasso o di deficit neuronale. L’esplorazione digito anorettale e la anoproctoscopia identificano facilmente incompetenza sfinteriale, fistole, emorroidi e tutte le lesioni rettali che producono muco. Altre indagini richiedono uno striscio sulla cute perianale per un esame microbiologico se si sospettano infezioni fungine e test seriologici se si sospettano malattie a trasmissione sessuale. E ancora esami culturali sulle feci in caso di diarrea, biopsie su lesioni sospette dell’ano o del retto, manometria, EMG, RMN della pelvi e ecografia endoanale in caso di incontinenza.
Trattamento.
La diagnosi corretta è di importanza fondamentale per la rimozione delle cause.
In linea generale è utile mantenere la regione anale pulita e asciutta. Evitare l’abuso di creme e pomate quando non strettamente necessario. Anche l’uso indiscriminato di saponi va ridotto per le elevate potenzialità allergeniche. Non indossare indumenti intimi che non siano di cotone. Evitare i traumi da trattamento eliminando , se necessario, l’uso della carta igienica. Possono aiutare preparati a base di zinco borato e amido, lozioni di carbol magnesio e polveri di talco. Di grande utilità, ma solo sotto stretta sorveglianza e per periodo limitato, sostanze steroidee.