Manometria
Qual è la reale importanza della MANOMETRIA ANORETTALE nella diagnostica colonproctologica? La tecnica, eseguibile con varie metodiche, ma usualmente condotta nella maggior parte dei laboratori con cateteri perfusi ad acqua e pompa idropneumatica, consente essenzialmente la misurazione delle pressioni del canale anale, di valutare la capacità di contrazione e di rilassamento degli sfinteri anali, e con la volumetria, di testare la sensibilità e la compliance del retto.
Comprende diversi test divisi in stazionari, dinamici e prove volumetriche e dalla interpretazione di questi si può meglio delineare il meccanismo fisiopatologico dei sintomi lamentati da questi pazienti. Particolarmente utili in un paziente con defecazione ostruita sono la valutazione della pressione del canale anale a riposo e in contrazione; del riflesso rettoano inibitore, la cui integrità ci fa escludere la presenza della m. di Hirschprung; il test dell’espulsione del palloncino, positivo nei soggetti sani, inefficace in quelli con turbe della defecazione; la compliance rettale, espressione del rapporto pressione/volume durante la distensione rettale, spia delle caratteristiche meccaniche del retto ,ridotta quando le pareti rettali sono rigide per patologie infiammatorie, ischemia o irradiazione pelvica, aumentata nel megaretto; la sensibilità rettale, che attraverso la gradazione delle sue soglie (prima sensazione o di distensione , sensibilità fecale o urgenza defecatoria, massimo volume tollerabile o dolore) valuta le caratteristiche sensoriali del retto identificando da un lato i pazienti a rischio di incontinenza (soglie di sensibilità molto basse) dall’altro i pazienti con turbe della defecazione (stipsi) legate ad una iposensibilità rettale .