Ascessi e fistole perianali

Gli ascessi e le fistole anorettali sono due fasi della stessa malattia.

La maggior parte degli ascessi perianali secondo la teoria di Parks origina all’interno dello spazio intersfinterico del canale anale dalla infezione di una ghiandola anale che è in comunicazione con il lume del canale anale tramite il suo dotto. Dalla sede originaria il pus si fa strada verso la regione perianale ove trova il suo sbocco o spontaneamente o grazie ad un drenaggio chirurgico. Nella maggior parte dei casi il processo settico si cronicizza assumento l’aspetto di una fistola. Questa, che nella sua forma schematica si può configurare come un tunnel con pareti infette con un orefizio interno , di solito corrispondente ad una cripta del canale anale, ed un orefizio esterno sulla cute perianale da cui fuoriesce ad intermittenza uno scolo purulento, può assumere configurazioni più o meno complesse a seconda del suo percorso che viene condizionato e determinato dalla presenza dei muscoli sfinteriali e del pavimento pelvico. A tal proposito ho sempre presente in mente il ricordo delle magistrali lezioni del St. Marks Hospital ove la potenziale complessità di un tragitto fistoloso perianale veniva paragonata alla intricata rete della metropolitana londinese. Proprio il coinvolgimento degli sfinteri anali , fondamentali per la continenza fecale, rende difficile e delicato il trattamento delle fistole perianali. Se infatti da un lato, se si vuole ottenere una guarigione completa e definitiva di una fistola perianale, l’intervento chirurgico deve rispondere al principio universale in caso di raccolte purulente di ottenere un drenaggio quanto più ampio possibile (lay open), dall’altro è imperativo rispettare l’integrità anatomica degli apparati di contenzione. Gli interventi per fistole perianali richiedono pertanto spesso trattamenti prolungati, anche in più tempi, mediante l’ausilio di tecniche particolari che provvedono a sezioni lentissime delle componenti muscolari del tramite fistoloso ( metodo del setone) e andrebbero eseguite da chirurghi dedicati come i colonproctologi.

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