Neoplasie del colon retto
Il carcinoma del grosso intestino è il secondo tumore maligno più diffuso nei paesi industrializzati dopo il cancro del polmone nell’uomo, dopo un testa a testa col cancro gastrico, e il cancro della mammella nella donna. Ciò è dovuto alla forte incidenza di fattori ambientali con una alimentazione caratterizzata da un eccessivo consumo di grassi (burro, latte, latticini e uova) e di proteine animali (carni rosse), alimenti se di per con alto potenziale di fattori carcinogenetici, e una dieta ipercalorica ricca di carboidrati che ,attraverso una fermentazione batterica abnorme, determinano una alterazione della composizione degli acidi biliari nelle feci con la loro trasformazione in fattori co-carcinogeni dopo la loro. La stessa riduzione del carico di fibre nella alimentazione è un fattore di rischio aumentando il tempo di contatto fra i fattori potenzialmente carcinogenetici e la mucosa dell’intestino. Se i fattori ambientali/alimentari sono importanti, nella patogenesi di un cancro del colo e del retto preponderante è il fattore genetico: sono ben note poliposi a trasmissione genetica cone la FAP (Poliposi familiare diffusa, la sindrone di Gardner, la sindrome di Turcot, la sindrome di Linch). Queste sindromi sono in verità responsabili solo di una minima parte dei tumori del coloretto (< 2%), ma sono importanti perchè hanno permesso importanti progressi nello studio di questi tumori , fino al punto fermo attuale che alla base dei tumori colorettali esiste sempre una mutazione genetica , sia essa ereditaria o acquisita. Altri importanti co-fattori sono l’età, la familiarità e le preesistenti malattie infiammatorie come la RCU e la m. di Crohn. Di fondamentale importanza il rapporto polipo – tumore maligno. La presenza di polipi nel colon retto, anche sporadici, deve avviare una bonifica immediata ed una sorveglianza continuata nel tempo perchè non esiste dubbio che la formazione di un carcinoma del colon retto passa attraverso la evoluzione e la trasformazione di un precedente polipo. Proprio tenendo conto di tutti questi fattori si imposta la prevenzione del tumore, oggi ottenibile attraverso screening di massa (test del sangue occulto nelle feci) o indagini endoscopiche in gruppi selezionati proprio in base all’età, alla familiarità, alla presenza di malattie infiammatorie, alla presenza di sintomi sospetti (primo di tutti la presenza di sangue nelle feci).